Ven. Narada Mahathera
A completamento dei precedenti post sulla mente nel buddhismo, pubblichiamo il seguente testo sul processo cognitivo come descritto nell’Abhidhamma Pali.
Il processo del pensiero
..La coscienza riceve oggetti dall’interno e dall’esterno. Quando una persona è in uno stato di sonno profondo, la sua mente è detta vacante o, in altre parole, in uno stato di bhavanga ( continuum vitale, subconscio n.d.t.). Sperimentiamo questo stato passivo ogniqualvolta la nostra mente non sta rispondendo agli oggetti esterni. Questo flusso di bhavanga viene interrotto quando gli oggetti entrano nella mente. Quindi la coscienza bhavanga vibra per un istante di pensiero e poi svanisce. A quel punto, la coscienza della porta sensoriale (pañcadvārāvajjana) sorge e cessa. In questa fase, il flusso naturale viene bloccato e rivolto verso l’oggetto. Immediatamente dopo, sorge e cessa la coscienza visiva (Cakkhu Viññana). Questa operazione sensoriale è seguita da un momento di ricezione dell’oggetto visto (Sampaṭicchana). Segue la facoltà investigativa (Santīraṇa) o un esame momentaneo dell’oggetto così ricevuto. Dopo di ciò, si verifica lo stadio di cognizione rappresentativa che conclude la coscienza determinante (Votthapana). In questo stadio si esercita la discriminazione. Il libero arbitrio gioca qui il suo ruolo. Subito dopo, sorge lo stadio psicologicamente più importante: l’Impulso o Javana. È in questo stadio che un’azione viene giudicata come salutare o malsana. Il Kamma viene compiuto in questo stadio; riflettendo correttamente (yoniso manasikāra), il Javana diventa salutare; riflettendo in maniera erronea (ayoniso manasikara), diventa malsano. Nel caso di un Arahant, il Javana non è né saluatare né malsano, ma semplicemente funzionale (Kiriya). Questo stadio Javana dura solitamente sette momenti di pensiero, o, al momento della morte, cinque. L’intero processo, che avviene in una frazione infinitesimale di tempo, si conclude con la coscienza registrante (Tadālambana), che dura due istanti di pensiero, completando così un processo di pensiero allo scadere di diciassette istanti di pensiero.
Tratto da: A Manual of Abhidhamma, Ven. Narada Mahathera

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