La Personalità

SULLA NOZIONE DI PERSONALITÀ

Nella psicologia occidentale e nel Buddhadharma

Per la psicologia occidentale, la personalità è generalmente intesa come l’insieme di modelli di pensiero, emotivi e di comportamento che caratterizzano un individuo e lo rendono riconoscibile e distinguibile dagli altri. Per Freud, la personalità nasce dall’interazione tra istinti, processi inconsci e strutture psichiche (Es, Io, Super-Io). Per i comportamentisti è il risultato di apprendimenti e input ricevuti dall’ambiente. Per la psicologia Cognitivo-comportamentale, la personalità si forma attraverso schemi mentali e credenze che influenzano emozioni e comportamenti.

D’altro canto, in ambito Buddhista, con sakkāyaditthi, l’idea circa la propria personalità, normalmente tradotto come “personalità” si intende la percezione distorta di se stessi come entità statiche, autonome, dotate di un sé ( o padrone di esso) desideroso di esercitare il proprio dominio sugli eventi fondamentali della vita, come invecchiare, ammalarsi e morire, perdere ciò che si ama, sbarazzarsi di ciò che non ci aggrada eccetera.

Perciò, sebbene venga usato lo stesso medesimo termine, è bene tenere presente che ci si sta riferendo a nozioni differenti. Il Buddhismo non nega la personalità come descritta nella psicologia occidentale o l’individualità come comunemente intesa e non si propone di eliminarla o trascenderla.

L’individualità, l’insieme degli aspetti del nostro essere determinati dall’ ambiente e dal vissuto, delle caratteristiche biologiche, psicologiche, caratteriali e comportamentali di ciascun individuo non ha nulla a che spartire con la realizzazione del non sé ( anattā).

Ad esempio, il Mahāgosiṅgasutta mette in luce le differenti personalità di sette discepoli del Buddha, tutti arahant tranne Ānanda, e fra questi e il Buddha stesso. Ciò dimostra come certe affermazioni sul superamento dell’ identità personale, e con essa dell’ identità di genere, siano quantomeno imprudenti, anche alla luce di quanto riportato nei testi del vinaya sulla creazione dei due ordini monastici, maschile e femminile.

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