
Il Buddhismo indiano: le sotto scuole Mahāsāṃghika: Ekavyāvahārika, Lokottaravāda, Kukkuṭika, i Bahuśrutīya, Prajñaptivādin, Caitika, Aparaaśaila, e Uttaraśaila
La scuola Mahāsāṃghika (‘Quelli della Grande Assemblea’) ebbe origine nel quarto secolo a.C. , in contrapposizione alla corrente ortodossa degli Sthavira. Secondo il Cullavagga, (Vinaya II), un secolo dopo il Primo Concilio Buddhista di Rajagaha, un gruppo di monaci residenti a Kosambi tentò di introdurre alcune modifiche alle regole monastiche. Fallito il tentativo, si consumò una vera e propria scissione fra i conservatori Sthavira e gli innovatori Mahāsāṃghika. Quest’ultima corrente si suddivise, nel corso dei secoli, in almeno otto correnti. Secondo il Samayabhedo-paracana-cakkra:
«Questa è la tradizione che mi è stata tramandata di bocca in bocca: Erano trascorsi cento anni da quando il Venerabile Buddha entrò nel parinirvāna. Era un’epoca tutt’altro che santa, come se il sole fosse tramontato da molto tempo. A Kusumapura, nel regno di Magadha, il re Asoka regnava su Jambudvipa (India), sotto un ombrello bianco (simbolo della sua sovranità). Il suo dominio si estendeva agli dèi e agli esseri umani. Durante il suo regno il grande sangha buddhista si divise per la prima volta. Infatti, poiché le quattro comunità non erano d’accordo sull’interpretazione delle Cinque Proposizioni di Mahādeva, il sangha buddhista si divise in due scuole: i Mahāsāṃghika e gli Sthavira. Le quattro comunità erano: 1) la comunità Nāga, 2) la comunità dei barbari della regione di confine (Pratyantika), 3) la comunità dei dotti (Bahuśrutīya) e 4) la comunità dei venerabili (Sthavira). Le cinque proposizioni sono spiegate nel verso seguente: Gli [Arhat] sono tentati dagli altri. [Sono ancora nell’ignoranza. Dubitano ancora. Sono resi consapevoli della loro illuminazione da altri (cioè dai loro maestri). Il sentiero [nobile] si produce attraverso l’espressione vocale [della sofferenza]. Questo è il vero insegnamento del Buddha. In seguito, durante il secondo secolo [dopo il parinirvāna del Buddha], dai Mahāsāṃghika nacquero tre scuole: 1) gli Ekavyāvahārika, 2) i Lokottaravāda e 3) i Kukkuṭika. Successivamente, nel corso del secondo secolo, un’altra scuola, chiamata Bahuśrutīya, nacque dai Mahāsāṃghika. E sempre durante il secondo secolo, sorse un’altra scuola chiamata Prajñaptivāda, afferente ai Mahāsāṃghika. Alla fine del secondo secolo, nacque un monaco eretico il quale abbandonò la dottrina eretica e si convertì al Giusto Dharma. Anche lui si chiamava Mahādeva. Egli si unì ai Mahāsāṃghika e ricevette l’ordinazione finale (upasampada) in quello stesso ordine. Era colto (Bahuśruta) e diligente (vīrya). Dimorò sulla Montagna del Caitya (stupa), dove discusse ancora una volta in dettaglio le Cinque Proposizioni con i monaci della sua scuola. A seguito della controversia che ne seguì, la scuola Mahāsāṃghika si divise in tre: 1) i Caitika, 2) gli Aparaśaila e 3) gli Uttaraśaila. Ci furono quindi quattro o cinque scismi nella scuola Mahāsāṃghika La scuola originaria e i suoi scismi si sommano alle seguenti nove scuole: 1) i Mahāsāṃghika, 2) gli Ekavyāvahārika, 3) i Lokottaravāda, 4) i Kukkuṭika, 5) i Bahuśrutīya, 6) i Prajñaptivādin, 7) i Caitika, 8) gli Aparaaśaila, e 9) gli Uttaraśaila.»
Il trascendentalismo buddhista
Uno dei tratti caratteristici dei Mahāsāṃghika fu quello di ritenere il Buddha un entità trascendentale. Per i Mahāsāṃghika, le vicende terrene del Buddha non furono altro che una proiezione concreta di un principio mistico eterno, un mezzo abile per veicolare il messaggio del Dharma. Secondo i Kukkuṭika, il Buddha utilizzò due diversi linguaggi: uno convenzionale, con la quale egli discuteva di argomenti relativi alla vita quotidiana, e uno trascendente, legato alla trasmissione del Dharma. Sempre secondo questa scuola, egli era onnisciente, capace di apprendere qualunque fenomeno (sarva dharma) in un singolo istante di pensiero, nonché dotato di conoscenza della reale natura dei fenomeni appresi. La dottrina del doppio linguaggio fu alla base della teoria delle due verità — relativa e assoluta — mentre la concezione trascendentalista del corpo del Buddha diede probabilmente l’incipit allo sviluppo della dottrina mahayanica sui tre corpi. (Trikaya).
Kukkuṭika, Ekavyavahārika, Lokottaravada ,Prajñaptivādi e Bahuśrutīya
Secondo Paramārtha, i Kukkuṭika ( Quelli del Kukkuttarama) consideravano come autentici e definitivi solo i testi dell’Abhidharma, e sia gli Ekavyavahārika (Unica Designazione/asserzione) che i Lokottaravādin (Trascendentalisti) consideravano il Buddha un’entità trascendentale. Tuttavia, mentre i primi asserivano che mondano e trascendente fossero solo designazioni nominali (prajñapti), per i Lokottaravadin, i fenomeni trascendenti possiedono un’esistenza reale. Il testo più noto di questa scuola è il Mahāvastu, un racconto ampiamente agiografico della vita del Buddha assai popolare. Le origini della scuola Bahuśrutīya (I molto edotti) si perdono nel mito: un monaco di nome Yājñavalkya, allievo diretto del Buddha, risvegliatosi dopo duecento anni di meditazione profonda, sconvolto dalla superficialità degli insegnamenti propagati dai Mahāsāṃghika, iniziò a predicare ad alcuni monaci di questa scuola, classificando gli insegnamenti in superficiali o convenzionali e profondi o definitivi; i sui seguaci fondarono così la scuola Bahuśrutīya, letteralmente ‘quelli che hanno appreso molto’. Il Satyasiddhiśāstra, un testo di questa scuola, è considerato l’anello di congiunzione tra le scuole dei nikāya e il Mahāyāna. Similmente, la scuola Prajñaptivāda (nominalismo) ebbe origine dalla predicazione di Mahākātyāyana, il quale duecento anni dopo la morte del Buddha, riemergendo dal lago Anavatapta, raggiunse il Magadha ed entrò a far parte della scuola Mahāsāṃghika; egli tracciò una distinzione dei sacri insegnamenti dei Tripiṭaka, chiarendo quali di essi fossero stati pronunciati dal Buddha a livello di concetti validi a livello nominale (prajñapti), quale fosse l’insegnamento reale (paramārtha) del Buddha, cosa fosse la verità assoluta (paramārthasatya), cosa la verità convenzionale (saṃvṛtisatya) e cosa la causalità (hetuphala). La scuola Caitika si originò nel sud dell’India, nella regione di Āndhra Pradesh; secondo A.K. Warder, questa scuola nacque attorno al terzo secolo a.C. ; da essa emersero successivamente altre due scuole, la Aparaśaila e l’Uttaraśaila. Queste tre scuole sono conosciute collettivamente con il nome di Āndhaka. Il Kathāvatthu ( Libro delle controversie) riporta numerosi punti di attrito fra gli Āndhaka e i Theravādin. Infine, da queste scuole si generarono altre tre sotto scuole: La Rajagirika, quella dei Siddharthika e quella della Vetulyaka ( Pali: Vetullavāda, Dottrina Estesa) citata anche nei testi theravāda come il Mahāvaṃsa, e che Buddhaghosa identifica con il proto Mahāyāna di Nāgārjuna. Il Samantapasadika, un commentario scritto dallo stesso Buddhaghosa, cita, fra i testi delle scuole “eretiche” (non theravāda), il Vedalla Piṭaka, una raccolta di sūtra Mahāyāna come il Prajñāpāramitā Sūtra, che, secondo i Mahāsāṃghika, sarebbe stato ottenuto dal Regno dei nāga.
Le dottrine differenziate delle quattro scuole dei Mahāsāṃghika secondo il testo di Vasumitra sono:
1. A ogni aspetto separato (åkåra) delle quattro verità corrisponde una comprensione separata (abhisamaya).
2. Alcuni dharma sono auto-creati, alcuni sono creati da altri, alcuni sono creati da entrambi [sé e altri], e alcuni nascono in dipendenza da condizioni.
3 Due [diverse] coscienze possono sorgere simultaneamente.
4. I [dharma del] sentiero (marga) e le contaminazioni (klesa) sorgono insieme. 5. Le azioni (karman) e la loro retribuzione (vipaka) esistono simultaneamente.
6. Il seme (bija) stesso continua a esistere nel germoglio.
7. I grandi costituenti materiali degli organi di senso cambiano. La mente e le attività mentali no.
8. La mente pervade il corpo e, in accordo con il suo supporto [degli organi di senso] e l’oggetto, si contrae e si espande.
Queste dottrine successive subirono un ulteriore sviluppo. Furono fatte nuove distinzioni, che portarono a un’infinita varietà di dottrine.
Dottrine dei Bahuśrutīya
Gli insegnamenti sui quali i Bahuśrutīya concordarono originariamente sono:
1. Le seguenti cinque affermazioni (svara) del Buddha costituiscono il suo insegnamento ultramondano (lokottarasåsana), perché conducono al sentiero della liberazione: 1) impermanenza, 2) sofferenza , 3) vacuità, 4) non-sé, e 5) il nirvana è pace. Tutte le altre affermazioni del Tathågata sono il suo insegnamento mondano.
2. Anche gli Arhat possono essere tentati dagli altri. Hanno ancora ignoranza. Dubitano ancora. Vengono resi consapevoli della loro illuminazione da altri. Il percorso è prodotto attraverso l’espressione vocale [della sofferenza]. La maggior parte delle loro altre dottrine [di questa scuola] sono le stesse di quelle dei Sarvåstivådin.
Dottrine dei Prajñaptivādin
Le proposizioni su cui i Prajñaptivådin concordarono originariamente sono:
1. La sofferenza non consiste nei [cinque aggregati impuri (såsrava)](skandha).
2. I dodici campi sensoriali (åyatana) non esistono realmente.
3. Le formazioni cooperative, che si sviluppano in modo interdipendente e formano un continuum armonioso, sono convenzionalmente chiamate “sofferenza”. Non esiste un [altro] soggetto di sofferenza.
4. La morte non è mai prematura. È ciò che si riceve come risultato di azioni passate (purvakarman).
5. Le azioni continuano a crescere e [alla fine] diventano una causa da cui nasce la fruizione della retribuzione.
6. Si entra nel sentiero sacro attraverso l’accumulo di meriti. Non c’è bisogno di coltivare [la conoscenza].
7. Il sentiero, [una volta ottenuto,] non può essere perso. La maggior parte degli altri insegnamenti [di questa scuola] sono gli stessi di quelli dei Mahāsāṃghika.
Caitika, Aparaaśaila e Uttaraśaila
Dottrine delle tre scuole degli Andhra-Mahāsāṃghika
Le dottrine che i Caitika, gli Aparaaśaila (omessi in Kumarajiva e Paramartha) e gli Uttaraśaila avevano originariamente in comune sono:
1. Molti bodhisattva non sono [ancora] liberi da [rinascite in] destini malvagi (durgati).
2. L’atto di venerare uno stupa non procura grande fruizione.
3. Ci sono arhat che sono tentati da altri, e così via.
Queste proposizioni e la maggior parte degli altri insegnamenti [di questa scuola] sono gli stessi dei Mahāsāṃghika.

Lascia un commento