Theravāda, Mahāyāna e Vajrayāna. Cenni storici.

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Il Theravāda
La scuola antica o Theravāda ha origine quindi dalla scuola Vibhajjavāda, detta dei particolaristi o analizzatori, una corrente interna dello Sthavira nikāya; Il Theravāda è tutt’oggi praticato in Sri Lanka, Bangladesh,Thailandia, Birmania, Cambodia, Malesia,ed Indonesia.
L’origine del Mahāyāna
Dalle scuole nate dal Mahāsāṃghika si originarono poi le due correnti principali del Mahāyāna, la Madhyamaka, (La Via di Mezzo), fondata da Nāgārjuna nel II secolo d.C, e la Yogācāra, conosciuta anche con i nomi di Vijñānavāda (idealisti) e Cittamātra (Mente-Matrice).
Le dottrine di queste ultime due scuole sono tutt’ora seguite e praticate dalle scuole ad indirizzo Mahāyāna, ovvero, nel Buddhismo Cinese, Giapponese, Coreano, Vietnamita e Tibetano.
Il Vajrayāna
Dal Mahāyāna si sviluppò un’altra corrente di pensiero. a carattere esoterico, definita Vajrayāna, (Via Adamantina) o Tantrayāna ( Via del Lignaggio esoterico) o anche Mantrayāna (Via dei Mantra o sacri inni).
Secondo la storiografia contemporanea il Buddhismo Vajrayāna compare in India nel VI-VII secolo d.C. Esso consisterebbe in un sincretismo tra alcune dottrine induiste denominate tantrismo, fondate anche su credenze popolari sciamaniche, con il Buddhismo Mahāyāna. I suoi testi fondamentali, denominati Tantra, sono databili intorno a quel periodo. Se questi testi si fondano o meno su tradizioni orali precedenti è argomento ancora oggi controverso e discusso.
Secondo la tradizione Vajrayāna, invece, le proprie dottrine sono assolutamente ortodosse e hanno origine, tra gli altri, dallo stesso Buddha Śākyamuni. Secondo tale tradizione il Buddhismo Vajrayāna è la forma di Buddhismo sviluppatasi a partire da quello che è stato definito il “Quarto giro della ruota del Dharma” da parte, tra gli altri, del Buddha Śakyamuni alla classe di discepoli aventi i requisiti necessari e comunque spiritualmente più maturi.
In accordo con tale tradizione, l’assemblea di coloro che apprendevano i Tantra dal Buddha era composta in gran parte da esseri non umani come i Deva o i Bodhisattva trascendenti. Così la “Storia” sacra del Vajrayāna narra che ad un anno dall’Illuminazione lo Śākyamuni espose sul Gṛdhrakūṭaparvata (Picco dell’avvoltoio, montagna esistente in India situata nei pressi di Rajgir, nello stato indiano del Bihar), lo Śatasāhasrikāprajñā-pāramitāsūtra (Sutra della perfezione della saggezza in centomila stanze) mentre contemporaneamente assumeva la forma di Kālacakra a Dhānyakaṭaka (nell’Andhra Pradesh, India meridionale) per insegnare dentro uno stupa apparso improvvisamente il Kālacakratantra al re Sucandra (a sua volta emanazione di Vajrapāṇi) re di Śambhala. Peraltro è opinione dei seguaci del Buddhismo Vajrayāna che sia impossibile comprendere la genesi di questo Buddhismo partendo dalle ordinarie concezioni spazio-temporali.
Per gli storici contemporanei questa narrazione è puramente mitica essendo, a loro detta, il Kālacakratantra uno dei testi più tardi del Buddhismo Vajrayāna, risalente non prima del X secolo. Nel parere degli studiosi contemporanei il Buddhismo Vajrayana si formò sul tronco del Buddhismo Mahāyāna, anche se insegnamenti tantrici possono essere ascritti ad alcuni secoli precedenti da quelli finora identificati[1].
Dal punto di vista storico possiamo affermare con certezza l’esistenza del Buddhismo Vajrayāna a partire dal VII secolo quando è accertata la presenza in Cina di maestri tantrici come Śubhakarasiṁha (a Chang’an nel 716) e Vajrabodhi (a Luoyang nel 720).
La presenza di elementi tantrici possono essere comunque riscontrate nelle parti, risalenti al IV secolo circa, di alcuni sutra mahāyāna (Sutra del Loto, Vimalakīrti Nirdeśa sūtra); un primo testo tantrico potrebbe essere il Mahāmāyurī risalente al III secolo d.C. La presenza di elementi tantrici può essere tuttavia riscontrata anche in testi appartenenti al Buddhismo dei Nikāya.
Le congetture storiche sulla nascita del Buddhismo Vajrayāna ci dicono della possibilità della presenza di maestri itineranti detti siddha (ovvero detentori del potere sacro denominato siddhi), iconoclasti e critici nei confronti del Buddhismo Mahāyāna tradizionale in quanto considerato troppo intellettuale – e successivamente indicato come Pāramitayāna (Veicolo della Perfezione) -, i quali crearono circoli segreti per trasmettere dottrine e pratiche esoteriche atte a far realizzare rapidamente l’Illuminazione. Il progressivo sviluppo di questi circoli permise nei secoli successivi l’istituzionalizzazione di questo “nuovo” buddhismo e il suo ingresso nei monasteri. Così, nel VII secolo, il monaco buddhista vajrayāna viveva insieme ai confratelli appartenenti ad altri buddhismi, veniva ordinato seguendo il vinaya del Buddhismo dei Nikāya, seguiva i precetti del Buddhismo Mahāyāna ma praticava le tecniche Vajrayāna.
(Per la sezione sul Vajrayāna: Credit: Wikipedia)

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